mercoledì 28 maggio 2014

Uno degli 80.000 lavoratori dei callcenter.

“Buongiorno sono Marco in cosa posso esserle utile?”
“Mi dia il nome e cognome! Subito! Mi hanno appena chiuso la chiamata!”
Caro cliente,
Sono una voce, ma anche una persona.
Vuole sapere chi sono? Che faccio? Bene.
Sono quello che risponde a distanza, che lancia le “parabole” piu' disperate, sulla mia e sulla condizione di altri 80.000 colleghi dei callcenter.
Sono quello che con pazienza si prende carico di tutti i problemi di chi vi fornisce la vostra amata paytv, l'adsl, la semplice luce.
Caro cliente,
Faccio questo lavoro da piu' di 10 anni, e quando sono entrato ero poco piu' che ventenne.
Ma non mi reputi sciocco, stupido o minchione.
Sono una persona che ha scelto o direi meglio si è adattata ai tempi.
Ai tempi senza un contratto, ai tempi con un minimo salariale, ai tempi fatta di tanta solidarieta'. Contratti di solidarieta'.
Sa'? Io direi che siamo dei miracoli. Ha capito bene. Siamo dei miracoli. Io stesso lo sono.
Sono circondato da colleghi che hanno conseguito piu' di una laurea, quelli che lei negli anni 60 avrebbe chiamato “DOTTORI, facendo l'inchino se è il caso.
Psicologi, matematici,sistemisti, geologi, artigiani, ingegneri, imprenditori, programmatori... gente che ha preso il proprio titolo di studio e l'ha lasciato appeso in camera, ripiegando nel mestiere più umile del nuovo millennio, senza vergogna, e facendolo nel migliore dei modi.
Caro cliente,
dentro ogni chiamata a cui rispondiamo, ci mettiamo la professionalita' di chi ormai, sa' gia' ad occhi chiusi quello che deve fare.
Le rispondiamo in Italiano, con uno o piu' mal di testa, causato magari dalle vite che abbiamo dietro. Dalle corse per arrivare in orario, dai bambini che piangono e da andare a prendere a scuola, dal traffico, dalle notizie che sentiamo ogni giorno.
Come non lo sapeva? Certo, ho 36 anni, la voce inganna, sembro ancora giovane, un “picciriddo” come dicono qui da me. Ma qua' ormai la media è questa.
Non abbiamo piu' 20 anni.
Ho colleghi che, molto simpaticamente, mostrano gia' i segni della terza eta', e si' certo, che lavorano. Ci sfamano famiglie con questo part-time a 4 ore.
Caro cliente, mi scusi se mi sto' dilungando troppo, lo so che lei paga per avere assistenza sul decoder che non si accende, ma le chiedo ancora un minuto, giusto per farle capire.
Abbiamo messo da parte lauree,diplomi e attestati di qualsiasi tipo, e ci siamo fatti bastare, nel nostro piccolo, un part-time con cui abbiamo creato piccole vite.
Si, davvero, io stesso ho due bimbe, una di 3 anni e l'altra di 1 anno, il mio secondo lavoro.
Oggi, il nostro lavoro è a rischio.
Le nostre famiglie rischiano di non poter piu' avere nemmeno un part-time a 4 ore, perche' le aziende, quelle della luce, del gas, delle paytv continuano a portare il lavoro all'estero. Portano le nostre voci come lavatrici in Albania, in Croazia, in Romania, pagandoli 2-3 euro l'ora.
Per questo motivo,caro cliente, se le hanno chiuso il telefono e magari perche' non la capivano o perche' le rispondevano dall'estero.
Lo sa, caro cliente, che i suoi dati sono alla portata di paesi dove la legge sulla privacy non esiste?
Lo sa, che il servizio che lei paga profumatamente viene gestito da un lavoratore a quattro ore che guadagna poco piu di 650 euro?
Lo sa, che le compagnie miliardarie preferiscono pagare 300 euro un collega albanese?
Adesso si. Adesso lo sa.
Mi perdoni ancora, gentile cliente, se le ho chiesto di dedicarmi del tempo, ma ho semplicemente risposto alla sua domanda.
Mi è sembrato giusto, sacrosanto, dopo piu' di 10 anni di lavoro farglielo sapere.
Per farmi perdonare, visto che è “Romano de' Roma”, la voglio invitare a prendere un caffè il 4 giugno per lo sciopero a cui partecipero'.
Avra' cosi' una faccia da dare alle tante voci italiane che rischiano di scomparire.
Non lo dimentichi, il 4 giugno, a Roma. Io ci saro', parto da Palermo con i pullman, e si' lo so, saro' stremato, ma proprio non posso mancare. Ci saremo tutti. Venga anche lei caro cliente, ci venga a trovare, ci stringa la mano...
Aspettiamo anche lei.
Saremo un grande miracolo tra i miracoli di ogni giorno.
Ci conto!

(Marco Giglio. Puoi diffondere questo articolo in qualsiasi forma, devi solo citare l'autore ed il link.)

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