“Buongiorno sono Marco in cosa posso esserle utile?”
“Mi dia il nome e cognome! Subito! Mi hanno appena chiuso la chiamata!”
Caro cliente,
Sono una voce, ma anche una persona.
Vuole sapere chi sono? Che faccio? Bene.
Sono quello che risponde a distanza, che lancia le “parabole” piu'
disperate, sulla mia e sulla condizione di altri 80.000 colleghi dei
callcenter.
Sono quello che con pazienza si prende carico di
tutti i problemi di chi vi fornisce la vostra amata paytv, l'adsl, la
semplice luce.
Caro cliente,
Faccio questo lavoro da piu' di 10 anni, e quando sono entrato ero poco piu' che ventenne.
Ma non mi reputi sciocco, stupido o minchione.
Sono una persona che ha scelto o direi meglio si è adattata ai tempi.
Ai tempi senza un contratto, ai tempi con un minimo salariale, ai tempi fatta di tanta solidarieta'. Contratti di solidarieta'.
Sa'? Io direi che siamo dei miracoli. Ha capito bene. Siamo dei miracoli. Io stesso lo sono.
Sono circondato da colleghi che hanno conseguito piu' di una laurea,
quelli che lei negli anni 60 avrebbe chiamato “DOTTORI, facendo
l'inchino se è il caso.
Psicologi, matematici,sistemisti,
geologi, artigiani, ingegneri, imprenditori, programmatori... gente che
ha preso il proprio titolo di studio e l'ha lasciato appeso in camera,
ripiegando nel mestiere più umile del nuovo millennio, senza vergogna, e
facendolo nel migliore dei modi.
Caro cliente,
dentro ogni
chiamata a cui rispondiamo, ci mettiamo la professionalita' di chi
ormai, sa' gia' ad occhi chiusi quello che deve fare.
Le rispondiamo
in Italiano, con uno o piu' mal di testa, causato magari dalle vite che
abbiamo dietro. Dalle corse per arrivare in orario, dai bambini che
piangono e da andare a prendere a scuola, dal traffico, dalle notizie
che sentiamo ogni giorno.
Come non lo sapeva? Certo, ho 36 anni,
la voce inganna, sembro ancora giovane, un “picciriddo” come dicono qui
da me. Ma qua' ormai la media è questa.
Non abbiamo piu' 20 anni.
Ho colleghi che, molto simpaticamente, mostrano gia' i segni della
terza eta', e si' certo, che lavorano. Ci sfamano famiglie con questo
part-time a 4 ore.
Caro cliente, mi scusi se mi sto' dilungando
troppo, lo so che lei paga per avere assistenza sul decoder che non si
accende, ma le chiedo ancora un minuto, giusto per farle capire.
Abbiamo messo da parte lauree,diplomi e attestati di qualsiasi tipo, e
ci siamo fatti bastare, nel nostro piccolo, un part-time con cui abbiamo
creato piccole vite.
Si, davvero, io stesso ho due bimbe, una di 3 anni e l'altra di 1 anno, il mio secondo lavoro.
Oggi, il nostro lavoro è a rischio.
Le nostre famiglie rischiano di non poter piu' avere nemmeno un
part-time a 4 ore, perche' le aziende, quelle della luce, del gas, delle
paytv continuano a portare il lavoro all'estero. Portano le nostre voci
come lavatrici in Albania, in Croazia, in Romania, pagandoli 2-3 euro
l'ora.
Per questo motivo,caro cliente, se le hanno chiuso il
telefono e magari perche' non la capivano o perche' le rispondevano
dall'estero.
Lo sa, caro cliente, che i suoi dati sono alla portata di paesi dove la legge sulla privacy non esiste?
Lo sa, che il servizio che lei paga profumatamente viene gestito da un
lavoratore a quattro ore che guadagna poco piu di 650 euro?
Lo sa, che le compagnie miliardarie preferiscono pagare 300 euro un collega albanese?
Adesso si. Adesso lo sa.
Mi perdoni ancora, gentile cliente, se le ho chiesto di dedicarmi del tempo, ma ho semplicemente risposto alla sua domanda.
Mi è sembrato giusto, sacrosanto, dopo piu' di 10 anni di lavoro farglielo sapere.
Per farmi perdonare, visto che è “Romano de' Roma”, la voglio invitare a
prendere un caffè il 4 giugno per lo sciopero a cui partecipero'.
Avra' cosi' una faccia da dare alle tante voci italiane che rischiano di scomparire.
Non lo dimentichi, il 4 giugno, a Roma. Io ci saro', parto da Palermo
con i pullman, e si' lo so, saro' stremato, ma proprio non posso
mancare. Ci saremo tutti. Venga anche lei caro cliente, ci venga a
trovare, ci stringa la mano...
Aspettiamo anche lei.
Saremo un grande miracolo tra i miracoli di ogni giorno.
Ci conto!
(Marco Giglio. Puoi diffondere questo articolo in qualsiasi forma, devi solo citare l'autore ed il link.)
La vita fuori e dentro i call center raccontata attraverso la vita di un operatore. Un lavoro precario, una famiglia nata tra una chiamata e l'altra e un sogno da realizzare: è questo il filo che lega gli 80.000 operatori del settore a Marco, il protagonista di questa storia. Un libro autobiografico che nasce in mezzo agli scioperi dei call center, tra l'urlo dei callmaster, il beep nella cuffia e il vagito di un sogno appena nato.
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